Mangiare alimenti ultra-processati fa avanzare il nostro orologio biologico. Ecco lo studio.
Alimenti ultra-processati e invecchiamento: la notizia
Secondo uno studio recente, pubblicato sulla rivista scientifica American journal of clinical nutrition, un consumo eccessivo di svariati prodotti alimentari, definiti, nel complesso, come alimenti ultra-processati, darebbe una spinta importante al nostro invecchiamento biologico.
Cosa sono gli alimenti ultra-processati
Si tratta di prodotti alimentari dalla sapidità decisamente elevata e scaturiti da una marcata lavorazione industriale. Essi si compongono di sostanze non presenti nella materia alimentare di partenza, come grassi idrogenati, zuccheri semplici e additivi (es.: conservanti, anti-agglomeranti, coloranti, ecc.), risultando anche poveri di componenti nutrizionali importanti. Alcuni esempi, alquanto frequenti nelle nostre cucine, sono rappresentati dai cereali commerciali da prima colazione, ma anche dagli snack salati pre-confezionati, dai sughi pronti e dalle bevande industriali.
Il legame tra cibi ultra-processati e invecchiamento
Lo studio ha coinvolto migliaia di soggetti e ha considerato decine di marcatori del sangue correlati all'età biologica. Quest'ultima può differire molto dall'età anagrafica, poiché tiene conto della salute effettiva del nostro corpo, in tutte le sue parti. Basandosi su un questionario alimentare, l'indagine ha collegato l'eccesso di alimenti ultra-processati con un incremento dell'età biologica. In altre parole, i soggetti che hanno consumato molti cibi di questo tipo sono risultati “più vecchi”.
Queste osservazioni si aggiungono alle conoscenze pregresse sul ruolo degli ultra-processati. Come è noto, questi alimenti impattano in modo negativo sulla salute complessiva, favorendo le malattie metaboliche, cardiovascolari e tumorali. Consumare prodotti di scarsa qualità nutrizionale intacca anche il microbiota intestinale, incentivando la disbiosi e gli aspetti patologici correlati, come le problematiche autoimmuni.